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Tao te ching di Lao Tze di J. Evola

Tao te ching di Lao Tze di J. Evola

Questa è una lettura assolutamente illuminante, straordinaria e ricca di spunti continui di riflessione. Mi auguro vivamente che coloro che vorranno cogliere questo “consiglio di lettura”, apprezzino prima di tutto la grandissima abilità e precisione di Julius Evola come  traduttore-commentatore. La sua meticolosità scientifica, il suo non volersi piegare alle mode e ai preconcetti delle interpretazioni precedenti (anche se molto note ed affermate) e alla sua volontà di cogliere a pieno il messaggio lasciato da Lao-tze, fanno di quest’opera una creatura di Evola nonostante sia letteralmente una interpretazione di concetti altrui. Inoltre quest’opera letta con il dovuto distacco, che è proprio di chi crede in un mondo multipolare e pluriversale, senza affidare patenti e bollini di garanzia a presunti modelli di sviluppo universali,  genera una serie di stimoli che difficilmente saranno dimenticati da chi ha nel cuore la volontà di svincolarsi da ciò che il post moderno ci propina come cultura.  Diciamo che questa è una lettura propedeutica ad altre, un sentiero che sfocia in altri sentieri. Il percorso è diverso per ognuno ma l’importante è che conduca alla “Via” (per usare un termine caro proprio a Lao-tze). “Molto è stato scritto su questo testo, in vari modi ingabbiandolo nella maglia rassicurante di un senso. A tutt’oggi non possiamo dire di aver raggiunto certezze definitive su quesiti fondamentali, come lo scopo della sua composizione, i destinatari di esso e il senso di alcune oscure allusioni che contiene”. Evola però riesce in un lavoro egregio, cioè rendere comunque comprensibile la radice del messaggio, lasciando alla sensibilità di chi legge la facoltà di riempire alcuni vuoti o di smussare alcuni angoli. Si tenga anche conto del fatto che il lavoro del filosofo romano è stato anche quello di – mi si passi il termine – depurare il testo dalle influenze poetico musicali, per andare alla scoperta dei concetti più strettamente filosofici. Ci sarebbe da dire tantissimo ma voglio soffermarmi solo sulla potenza dell’atteggiamento, in più parti affrontato, del “fai che quello su cui tu non puoi nulla, niente possa su di te”, tale indicazione è di sconcertante attualità e vale come indicazione per una “metodologia della perfezione”. Per non essere prolisso sono costretto controvoglia a fermarmi, ma ci sarebbero tantissimi altri spunti da evidenziare, ma sono convinto che saprete coglierli al meglio anche voi.

Quindi buona lettura del “Tao Te Ching di Lao-tze” di Julius Evola edito dalle edizioni Mediterranee.

Author: identita e territorio