L’impresa Fiumana di Horst-Venturi

Ho avuto modo nella mia vita di leggere diversi libri riguardanti Fiume, D’Annunzio e i suoi legionari. Sia scritti da storici che da politologi, e soprattutto da coloro che a quell’impresa hanno partecipato attivamente. Di certo, L’impresa fiumana di Host-Venturi edito da Aspis rappresenta uno dei libri più ben fatti del genere. Questo non dipende solo dalla qualità dello scritto dell’autore ma dalla sapienza e direi quasi della delicatezza, con cui sia il curatore che l’editore hanno voluto approcciarsi all’argomento. Infatti, ancora oggi quando si parla (raramente) dell’impresa fiumana e di tutto quello che ha rappresentato – e può rappresentare tutt’ora – lo si fa facendo “carne di porco”. L’attività più in voga è quella di chi vuole maneggiare, falsificare, inquinare solo e soltanto perché la verità non si sappia. Ancora oggi Fiume e l’eroismo di migliaia di italiani e non solo fa paura. Anzi, terrore. Host-Venturi non ha scritto un libro apologetico, non ha omesso le indecisioni e le problematiche ma ha voluto concedere ai posteri la possibilità di comprendere lo stato d’animo di chi ha voluto fare la Storia. “D’Annunzio ancora oggi viene respinto da una specie di congiura, che mira a sottolinearne meschinità e decadenza. Sicchè D’Annunzio dovrebbe essere tolto dall’albo degli artefici della nostra storia e dal pensiero nazionale, da tutto quel periodo di rigenerazione degli italiani che oggi tanto ci si adopera a sommergere.” Volete qualche prova di ciò? Andatevi a vedere a cosa é stato ridotto il Vittoriale degli Italiani e poi se ne avete voglia (e se vi passa la nausea) ne riparliamo. Sentite questa: “ Quando un giorno un usciere andava in cerca dei deputati per indurli e rientrare nel recinto trovò D’Annunzio nella biblioteca e lo pregò a nome del Presidente della Camera di rientrare in aula perché “manca il numero legale”. La risposta fu: ”Dite al Presidente che io non sono un numero!”. Tutto chiaro? Ecco perché di Fiume e di D’Annunzio non si può ancora parlare nonostante siano passati cento anni. Perché farlo vorrebbe dire ammettere che abbiamo subito una involuzione, quella tipologia di uomini è sempre più rara e gli esempi ora più che mai sono pericolosi. Quindi grande plauso a chi ha reso possibile questa nuova edizione di questo testo che ovviamente vi invito ad acquistare e leggere. Inutile parlare dei fatti di Fiume senza comprendere la valenza distruttiva di quelle decisioni che l’hanno generata, di un’Italia tradita, di uomini e donne che avevano un senso dell’Onore e del coraggio. Di vertici della nostra Nazione indaffarati a tutelare gli interessi stranieri e non a quelli del loro popolo.
Vi ricorda qualcosa?
Deja-vu?
Dall’altro lato c’era gente che non voleva sopravvivere come topi nascosti ma che voleva il vento della libertà tra i capelli.
E noi ancora oggi non possiamo che dirgli grazie.
Buona lettura.
