L’agnello sacrificale e il cammino verso l’alto.
Vedersi dare “ragione” a distanza di anni è una sensazione che umanamente ho già provato diverse volte. Non dico che la percezione della “sorpresa” non esiste più, ma al suo posto è preponderante un sapore amarognolo, come un gol a fine partita a risultato già scritto. Se il mio nome non fosse uscito sulla stampa nazionale – va fatto un gran plauso al quotidiano l’Identità e al suo Direttore Cerno, per essere andato a scovare il nostro lavoro di quegli anni – non avrei fatto un fiato su questa vicenda. Il trambusto mediatico non mi piace e volutamente ho chiuso una parentesi della mia vita che per forza di cose prevedeva questo. Un cammino che mi ha portato a frequentare un ambiente diverso, più alto e lontano da certe miserie umane. Mi è stato chiesto cosa pensi dell’intera vicenda. Credo che colui che ora è nell’occhio del ciclone sia un “agnello sacrificale”. Puniranno lui in maniera anche pesante, durissima. Lo disconosceranno soprattutto coloro che a quel sistema guadavano con interesse economico carrieristico. Lo faranno per dare l’impressione che il resto del sistema creato per favorire l’immigrazione, e con essa la disgregazione e lo smantellamento del tessuto sociale e valoriale della nostra nazione, sia limpido come acqua di fonte. Ovviamente – almeno a parer mio – le cose non stanno così. Chi come me si è in tempi non sospetti mosso, dichiarandosi orgogliosamente nemico del sistema che gira intorno al business dell’immigrazione, ha subito conseguenze, giudizi denigratori e l’immancabile aumento del numero dei “nemici che contano”. In tutti i campi. Rifarei tutto, ne vado fiero. Ciò indipendentemente dalla vicenda in questione. Tutto ciò che ho fatto – sia in solitaria e sia in gruppo – è stato portato avanti a testa alta, con il proprio nome e alla luce del sole. Quella stagione della mia vita si è chiusa, ma come vedete ogni tanto i semi gettati germogliano e ciò avviene quando un’altra fase dell’esistenza è in atto. Una stagione che ha altri odori e sapori, esperienze e difficoltà. Non tornerei mai indietro, ho il desiderio di andare in alto ma non nella scala sociale o per ritagliarmi uno strapuntino, ma a livello esistenziale, umano. Divenire per quanto possibile “uomo differenziato – soggetto radicale”. Colgo questa occasione per esprimere il mio più profondo orgoglio nell’avere ancora oggi – come ieri – al mio fianco persone che non hanno mai strisciato e cercato la via facile nella vita per ottenere i risultati. Questo è un tesoro inestimabile.
Grazie
Emanuele Campilongo



