Etnosociologia A. Dugin tomo II
Etnosociologia (Tomo II) di A. Dugin edito da Aga. Ero scettico sul fatto che il secondo tomo potesse appassionarmi ancora di più rispetto al primo, ma ho dovuto piacevolmente ricredermi. Il prof. Dugin propone il metodo di studio etnosociologico riguardo i fenomeni legati alle trasformazioni etniche e sociali, utilizzando lo schema della sociologia. Attraverso una impressionante e accurata analisi, svela una moltitudine di occasioni di studio ed approfondimento oltre che, una serie di indispensabili chiavi di lettura dei fenomeni di modifica della società tutt’ora in corso. Questa è un’opera monumentale e necessaria. Intendo toccare qualche aspetto senza ovviamente avere la pretesa di essere esaustivo. Come già detto nella recensione al Tomo I, tutto parte dal concetto di Etnos e una volta definito, si parte con l’analisi di tutte le possibili modificazioni e variabili. In particolare, molto importanti sono i passaggi dedicati al “popolo” nei quali si arriva ad affermare che: “esiste un popolo solo lì dove è presente uno Stato, una religione o una civiltà, o una qualsiasi combinazione di essi. Non si può parlare di popolo se non osserviamo almeno una di queste forme.” Nell’opera sono presenti delle utili descrizioni anche di determinate figure come ad esempio quella dello sciamano. “Nell’Etnos solo una persona è allo stesso tempo viva e morta, ascendente e discendente, umana e animale: questa unificazione degli opposti si esprime nello sciamano.” Man mano che l’opera scorre tutto appare più chiaro. Dugin ci aiuta nel percorso di comprensione di ciò che ci sta conducendo alla creazione della “post-società” e di tutte le sue dinamiche. Sia chiaro che questo non è un cammino già deciso ed inevitabile, e che la più volte richiamata legge della reversibilità è sempre in agguato, ma grazie alla sua analisi si comprendono alla perfezione i vari passaggi. E una volta compresi, si è in grado di non essere presi di sorpresa. Infatti con semplicità e allo stesso tempo precisione, vengono messi a nudo tutti gli addentellati della cosiddetta “società civile” e globale. In particolare sono molto interessanti i passaggi dedicati alla ideologia dei “diritti umani”.“L’uomo non esiste senza la società. Bisognerebbe ripetere di tanto in tanto queste tesi a coloro che auspicano di “restare umani” – tradendo l’umano nella sua sfera più profonda – o che in nome della sola dimensione naturale e biologica pensano di sospendere la storia. L’uomo è un essere di cultura e ciò fa di lui un essere storico.” Infine segnalo un’attualissima analisi in tema di bio-crazia: “la condizione pandemica è un interessante, ancorché inquietante, laboratorio sociale. Il frutto delle misure di distanziamento sociale e il panico diffuso hanno creato una massa rovesciata, formata da individui che si tengono a ogni costo a distanza l’uno dall’altro. Una massa rarefatta definita dalla sua uniformità e passività.” Spero di aver ingenerato con queste due recensioni, la giusta curiosità verso quest’opera. Vi esorto ad acquistarla e leggerla con la dovuta attenzione. Sono convinto che mi ringrazierete.