Definizioni di G. Locchi
Siamo di fronte ad un autore che dovrebbe essere oggetto di maggiore attenzione, ammesso e non concesso che vi sia una quantità reputabile come adeguata di cura e interesse, verso l’opera di Giorgio Locchi.
Il presente volume è stato sapientemente curato da Stefano Vaj che ha effettuato in modo indiscutibile un ottimo lavoro.
Le note e gli interventi esplicativi o a commento, rendono anche maggiormente comprensibili taluni passaggi notevolmente ancorati al dibattito del tempo, pur mantenendo essi una straordinaria attualità e prospettiva.
Tra le righe emergono ad ogni pagina spunti di riflessione e richiami necessari all’approfondimento, in particolare secondo il mio avviso alla “Konservative Revolution”.
Al fine di invogliare il lettore all’acquisto dell’opera in questione, mi limiterò a fare una carrellata – volutamente non esaustiva – degli argomenti per cui approcciarsi non solo a questo volume, ma a tutta l’opera di Locchi.
Prima di tutto la costante verifica della inderogabilità della conoscenza dell’opera di Nietzsche e sul concetto di “eterno ritorno”.
La forza del Mito e in particolare dell’uomo Indoeuropeo, passando per la comprensione della lotta tra egualitarismo e sovrumanismo.
Altro passaggio fondamentale è quello inerente il concetto di tempo e di storia, con il nodo focale della presunta “fine” della stessa da parte della visione materialista e positivista.
Come non menzionare il concetto di “Volontà” e del suo ruolo nel destino storico dell’uomo.
“L’uomo è obbligato a dare uno scopo ai suoi comportamenti, determinati in quanto uomo”.
Bellissime, anzi imperdibili, le pagine su Wagner e la sua opera che vanno ad intrecciarsi con quelle di Nietzsche.
Inoltre troviamo espresso con assoluta chiarezza che “ cristianesimo, democrazia, liberalismo, comunismo appartengono tutti al campo dell’egalitarismo e del cosiddetto umanesimo.
Le loro filosofie e ideologie differiscono, ma tutte obbediscono allo stesso sistema di valori, e hanno tutte la stessa concezione del mondo e dell’uomo”.
Splendide infine le pagine su Adriano Romualdi.
Insomma, per l’opera di Giorgio Locchi non è mai adeguata l’attenzione, e penso che a pennello valgano per lui le parole usate proprio per definire la figura del compianto Romualdi : “gli esempi di coraggio sono la cosa più scomoda ed irritante per chi coraggio non ha”.
Con questa esortazione ad avere tale coraggio e volontà vi auguro buona lettura.
Definizioni di Giorgio Locchi a cura di Stefano Vaj edito da SEB.